L'arte Della Bugia

Succede a tutti di raccontare a volte delle bugie. C’è anche chi sostiene che le frottole possono essere utili e innocue e sembra che la menzogna sia l’arte più nota al mondo. La metà della popolazione italiana ne raccon- ta parecchie; non sono da meno gli americani che di- cono tre frasi vere ogni dieci.

Ma perché si raccontano bugie? Stando a un recen- te sondaggio1 , queste si dividono in tre gruppi: quelle a fin di bene, che si dicono per evitare di fare del male, per non dare dispiacere; quelle veniali, che si usano per giustificare un ritardo, per nascondere un brutto voto, per farsi ubbidire dal figlio; le bugie più grandi che si raccontano quando la posta in gioco è alta, per ottene- re, per esempio, un avanzamento di carriera.

È errato pensare che i bambini siano innocenti an- gioletti: incominciano, anzi, molto presto a servirsi del- le bugie. Dai 4 ai 6 anni ricorrono alle bugie per evita- re un rimprovero, o per soddisfare un capriccio; dai 6 ai 9, le bugie si fanno più articolate e loro riescono a darla a bere anche a mamma e papà. Dai 9 ai 13 anni, le bugie non si contano più: è il momento in cui i ra- gazzi iniziano a comprendere che servono per sempli- ficarsi la vita, e così le usano spesso. Durante l’adole- scenza diventano pane quotidiano.

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