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Doctor En Lenguajes


Enviado por   •  12 de Enero de 2012  •  889 Palabras (4 Páginas)  •  572 Visitas

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strani, curiosi e disparati riguardanti tale argomento. Impensabili appaiono alcuni di essi, dei quali si ignora perfino la denominazione o il significato (anche perché influenzato da inglesismi): powerkite, kitesurf, bmx, bike trial, wakeboard, rifting, alpinismo, aliante, parapendio, bungee jumpimg, e chi più ne ha più ne metta. I cosiddetti “sport estremi” si fregiano di tale aggettivo in quanto presentano molti aspetti e sfumature esagerate ed estremizzate, appunto. L’originale ed estroverso sportivo (definizione quantomeno riduttiva) si diverte intraprendendo attività pericolosissime, acrobatiche e al confine della pazzia. Estreme, come si diceva, è l’aggettivo più calzante. Estrema è la voglia di esagerare. Estrema è la ricerca del rischio, di adrenalina pura. C’è chi si diverte a buttarsi da un ponte appeso per i piedi ad un elastico, vero e proprio culto che recluta sempre più appassionati. Essa, il bungee jumping (o bungy jumping; in italiano anche salto con elastico) è un'attività sportiva che consiste nel lanciarsi da un luogo elevato dopo essere stati imbracati con una corda elastica. Un'estremità della corda è fissata al corpo della persona che si lancia (in genere alle caviglie) e l'altra al punto da cui avviene il lancio. Essi scelgono cime e salti nel vuoto profondi centinaia di metri (il salto più alto del mondo si trova in Svizzera, nei pressi di Locarno; ci si lancia dalla diga idroelettrica dall'altezza di 220 m). La sensazione provata deve essere indescrivibile, a detta di coloro che già l’hanno testata sulla propria pelle. Simile, anche se con le dovute proporzioni di altezza e durata, alle sensazioni di chi pratica paracadutismo. Certo, quest’ultimo prevederà qualche “rimbalzo” in meno, ma si rifà con diverse centinaia di metri in più! Infatti, i paracadutisti si lanciano da oltre 4000 metri e viaggiano a 180 km/h per circa sessanta secondi, mentre i praticanti di bungee jumping da poche centinaia di metri). In entrambi, presumo si verifichi sempre il timore che qualcosa vada storto, che l’elastico si danneggi o che il paracadute non si apra. Dettagli fisici diversi, ma concetti e paure terribilmente uguali. Una volta superato questo timore, che si dice sia lo scoglio psicologico maggiore, si è pronti per godersi il divertimento. Effettivamente, l’emozione di sentirsi risucchiare nel vuoto con un’accelerazione pazzesca, sfidando la forza di gravità, deve essere qualcosa di impagabile. Anzi, qualcosa si paga, eccome. 1200 euro variabili, questo è il costo dei corsi per ottenere il brevetto, che preparano il lancio vero e proprio, e che sono ovviamente imprescindibili poiché prevedono la preparazione psicofisica all’evento sostenuta da un esperto istruttore. Più altri 200 euro per uno dei lanci più elementari e quasi di mera rappresentanza, da 4000 metri. Oggi, esistono in Italia centinaia di club, iscritti e fautori. Solo per citare un esempio, Il

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