Desde La Ventana Prologo
Enviado por stefaniastef • 5 de Enero de 2013 • 309 Palabras (2 Páginas) • 338 Visitas
Prólogo
Di Emma Martinell Gifre
Carmen Martin Gaite parla di quello che conosce: della donna. Della donna di ieri e di ora. Della donna sottomessa a un codice di valori che le conferisce un ruolo di dipendenza dall’uomo, dal movimento in uno spazio chiuso. Quello spazio può essere tanto un oasi quanto una prigione. La donna in quello spazio accoglie l’amore, lo mette al sicuro, ma non lo sceglie mai, né lo cerca. Nelle produzioni della Gaite è molto frequente la presenza della finestra. Ci sono anche balconi, attraverso i quali si guarda il sole o la luna. Quando esso è chiuso, l’aria della stanza è irrespirabile, come in “Entre visillos”, o in “El cuarto de atràs”. È sempre una finestra sul mondo, sull’esterno, un trampolino verso un mondo più distante.
Tornando alla finestra, questa è ispirazione durante la stasi del lavoro, dello scrivere o del cucire; ravviva i ricordi e la memoria, si trasforma in una riflessione multipla: del personaggio, dell’autore, del lettore. Il verbo che più accompagna la “ventana” è “asomarse”. La finestra prende un nuovo ruolo, quello di permettere la comunicazione con qualcun altro. È importante che stia aperta: ai tempi di Gaite “aperto” e “chiuso” corrispondono a “libertà” e “privazione della libertà”.
Entra sempre luce dalla finestra, luminosa o grigia che sia: la luce è sempre corrispondente allo stato d’animo della protagonista. La luce della luna è quella che si trova di più. Le donne di Gaite non sono solo “ventaneras”, ma anche “luneras” e “lunàticas”.
Dalla pubblicazione del 1958 di “Entre visillos”, la funzione dei visillos è chiara: è quella di permettere alla donna di sapere cosa succede fuori, senza mostrare in modo eccessivo la propria curiosità. La “cortina” non ha la stessa funzione: la tenda è qualcosa di pesante, di velluto e normalmente rossa, ma che però rappresenta una chiusura, qualcosa che occlude la vista.
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