Maturita Luce /Notte
Enviado por romanofenzof • 25 de Septiembre de 2012 • 6.904 Palabras (28 Páginas) • 362 Visitas
La luce – la notte e il giorno
Fisica -lenti e specchi
-il telescopio
Scienze della Terra -le eclissi (di sole e di luna)
Italiano -“Ciaùla scopre la luna ” di Pirandello
-“Canto notturno di un pastore errante
dell’Asia ” di Leopardi
-“La luna e i falò ” di Pavese
Latino -“Fetonte ” di Ovidio, Metamorfosi,
libro I vv. 750-779,libro II vv. 1-400
Dante -la luce divina nel Paradiso, Canto I vv. 43-66
Canto III, vv.109-111, vv.124-130
Filosofia -illuminismo kantiano: l’ “io penso ”
cenni sulla contrapposizione con il Romanticismo
Storia dell’ arte -“Notte stellata ” di Van Gogh
-“Campo di grano con cipressi ” di Van Gogh
Inglese -“Composed upon Westminster bridge ” di
Wordsworth
-“London ” di Blake
Storia -luce come vita, resistenza, con riferimento a
“la luna è tramontata ” di Steinbeck e cenni
riguardo “Shiviti ” di Ka-Tzetnik
Un raggio luminoso che incontra una superficie di separazione di due mezzi trasparenti diversi dà luogo a due raggi, di cui uno, detto raggio riflesso, ritorna nel proprio mezzo, mentre l’altro, chiamato raggio rifratto, penetra nel primo mezzo, ove si propaga in una diversa direzione. Tale differenza di comportamento è visibile in lenti e specchi, ed è usata nei diversi tipi di telescopi che si servono appunti di rifrazione o riflessione.
Una lente è costituita da un mezzo trasparente limitato da due superfici, della quale almeno una è di forma sferica. Esistono due tipi di lenti: convesse (curvate verso l'esterno) e concave (curvate verso l'interno); le prime fanno convergere i raggi di luce producendo immagini ingrandite o rimpicciolite a seconda della distanza dell'oggetto dalla lente, mentre quelle concave disperdono i raggi luminosi producendo immagini sempre ingrandite.
La potenza di una lente è indicata dalla distanza focale (distanza tra i fuochi e il vertice), le lenti spesse, ad esempio, hanno una distanza focale breve e per tanto rifrangono molto la luce.
Quando un raggio di luce attraversa lo spessore di una lente viene deviato per effetto della rifrazione. La rifrazione è una proprietà di tutte le forme di energia che si propagano per onde, compresa la luce: le onde della luce viaggiano solitamente in linea retta, ma, passando da un materiale trasparente ad un altro, vengono rifratte, cioè deviate, tale fenomeno è dovuto alla diversa velocità della luce in mezzi diversi: il passaggio da un mezzo a bassa densità come l'aria ad uno a densità elevata ne riduce la velocità e ne causa la deviazione (eccetto nel caso in cui entri perpendicolarmente alla superficie del mezzo).
La riflessione è invece una proprietà degli specchi, essi sono costituiti da un supporto di vetro ricoperto da un sottile ed uniforme strato di materiale riflettente, di solito platino, argento o alluminio.
Uno specchio ben costruito riflette la quasi totalità della radiazione incidente su di esso e non ha comportamenti dispersivi, ovverosia le sue proprietà non dipendono dalla frequenza.
Esistono due tipi di specchi: parabolici e sferici,entrambi sono usati nei telescopi riflettori; quello parabolico è più preciso, mentre quello sferico necessita di dispositivi di correzione.
I telescopi si dividono in due o - meglio - tre categorie: con obiettivi a lente, con obiettivi a specchio e misti, cioè caratterizzati da entrambi gli elementi. I primi sono noti come "cannocchiali" o rifrattori, per il fatto che la formazione dell'immagine di basa sulla deviazione (rifrazione) che subiscono i raggi luminosi quando passano attraverso le lenti. Quelli a specchio prevedono l'introduzione appunto di tale elemento nello schema costruttivo, allo scopo di diminuire le dimensioni d'ingombro dello strumento a parità di lunghezza focale.
Il primo telescopio inventato da Galilei agli inizi del XVII secolo usava due lenti di vetro per far apparire più vicini oggetti distinti, ma l'effetto della rifrazione della luce generava immagini confuse con contorni colorati. Nel 1668 Newton progettò un telescopio riflettore con specchi invece di lenti per focalizzare la luce, ottenendo un'immagine più nitida.
Il secolo seguente vide invece l'affermazione del telescopio a lenti o rifrattore (dello stesso tipo di quello utilizzato da Galilei), grazie soprattutto a J.Fraunhofer, che portò l'arte del telescopio rifrattore quasi ai livelli di oggi. Ma già alla fine del secolo scorso ci si accorse che costruire lenti di oltre un metro comportava tali e tanti svantaggi da far rifiorire la soluzione a specchio. Attualmente tutti i più grandi astronomi del mondo utilizzano tali tipi di telescopio.
Concettualmente si tratta di apparecchiature molto semplici, composte essenzialmente da due parti ben distinte: il tubo ottico e il supporto meccanico.
A sua volta il tubo ottico si compone dell'obiettivo, che forma un'immagine dell'oggetto da osservare, e dell'oculare, una specie di lente di ingrandimento per consentire all'occhio di apprezzare tutti i dettagli contenuti nell'immagine formata dall'obiettivo. Quest'ultimo, che è il pezzo d'ottica di maggiori dimensioni, è quello rivolto verso l'astro da osservare.
Il supporto meccanico, chiamato montatura, non ha soltanto il compito di sostenere e tenere fermo il tubo nella direzione voluta, ma anche quello importantissimo di consentire un movimento dolce e preciso all'altezza delle prestazioni ottiche; la capacità di qualsiasi telescopio di vedere distintamente è determinata dalle sue dimensioni e, più precisamente, dal diametro del suo obiettivo.
L’invenzione di uno strumento di osservazione quale il telescopio, ha permesso all’uomo di ottenere notevoli ingrandimenti d’immagine, fino a poter osservare oggetti molto lontani e
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