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Cocoliche E Lunfardo


Enviado por   •  22 de Mayo de 2013  •  429 Palabras (2 Páginas)  •  538 Visitas

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Annechiarico, Sabatino Alfonso, Cocoliche e Lunfardo: l’italiano degli argentini (2012) ed. Mimesis Eterotopie

Nel primo capitolo del suo libro Sabatino introduce la storia delle conquiste e invasioni della città di Buenos Aires iniziate nel XVI secolo per mano dei conquistadores spagnoli e proseguite per quelle di altri popoli, quali inglese, tedeschi, portoghesi, francesi e infine italiani.

Le popolazioni native del luogo erano i Querandíes, “mangiatori di grasso” in guaraní e popolazione nomade della Pampa argentina.

Successivamente introduce la situazione in Italia affermando che a partire dal Risorgimento, essa ha acquisito un’ Unità politica ma non linguistica a causa di numerosi fattori, alcuni dei quali risalgono ai tempi di Diocleziano, quando l’Italia fu divisa in due parti; inoltre hanno influito le numerose varietà dialettali e la frammentazione etnica del territorio.

Nel 1853 la prima Costituzione di de Urquiza, presidente della Confederazione argentina dal 1854 al 1860, aveva come obiettivo quello di facilitare l’immigrazione europea qualificata. Quindi impedire l’entrata di italiani contadini e analfabeti. Sarmiento infatti, dopo un viaggio in Italia avvenuto nel ’46 descrisse tutti gli italiani come tali. il 9 giugno fu giurata in tutta la Confederazione con l'eccezione della provincia di Buenos Aires, città ribelle.

Dal 1876, la Legge Avellaneda (n.817), sostenuta dal presidente dell’allora Nazione Argentina, Nicolás Avellaneda, aveva facilitato l’ingresso di europei promettendo terre e pari diritti a quelli degli abitanti del territorio. Il paese aveva bisogno di contadini. Fino ad allora gli emigranti erano sprovvisti di vigilanza e tutela.

Nella seconda parte del libro si parla del “Castellano rioplatense” quello spagnolo parlato nelle due sponde del Rio de la Plata (Montevideo e Buenos Aires). Il castellano rioplatense e quello gauchesco della Pampa si contagiano a vicenda.

Il Rio de la Plata era meta di molti immigranti italiani, inizialmente di genovesi e liguri, sudditi del regno di Piemonte e Sardegna e dopo l’esito dei moti del ’30-’31 e del ’48-’49 furono molti anche gli esuli politici ( carbonari, mazziniani, logge massoniche..)

La Boca, situato sullo sbocco del fiume Ríachuelo, era divenuto il quartiere dei genovesi, estraneo alla architettura e stile di vita di Buenos Aires; formato da case multicolore, poiché tinteggiate con avanzi di vernice presi dalle navi. Il dialetto portato dai marinai era lo zeneixe( genovese).

In un secondo momento l’autore distingue cocoliche da lunfardo. La cocoliche è un’ interlingua tra castellano e oralità dialettale italiana, è un linguaggio ibrido, emerso dallo sforzo degli italiani di assimilarsi alla lingua degli argentini. Mentre il lunfardo è stato creato intenzionalmente dalle nuove generazioni di argentini, figli di stranieri che copiavano,

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