Fetichismo
Enviado por IE1990 • 24 de Mayo de 2014 • 484 Palabras (2 Páginas) • 192 Visitas
Le oggetti magici e mentalità primitiva hanno stato la prima trattazione della nozione di feticcio grazie a Ch. de Brosses (1760), il quale vedeva nel feticismo il centro originario, primordial di ogni forma religiosa. Il culto era infocato a oggetti materiali, in legno o in pietra, rappresentava, nel suo punto di vista il esito necessario di un pensiero primitivo non ancora in grado di procedere per estraerssi e portato quindi a fissarsi su oggetti tangibili, e visibili.
l'uomo primitivo concentrava il sui temori verso fenomeni imprevedibili e incontrollabili della natura, faceva il proprio oggetto di culto superstizioso. è nata in tal modo una tradizione di pensiero etnologico che per decenni ha interpretato il feticismo come un'espressione particolare di religiosità primitiva, fondata sulla paura e sull'ignoranza e caratterizzata dall'incapacità di elevarsi a forme più raffinate, spiritualizzate, di riflessione religiosa.
Questa idea si è rivelata ben presto inacetabile e impresisa : a mano a mano che si accumulavano le conoscenze sui sistemi culturali e simbolici da cui erano tratte le esemplificazioni di culto feticistico, se ne riconoscevano la complessità, la diversità, la. La parola feticismo (introdotta nel 1887 da A. Binet) finiva per assumere significati contraddittori, tanto da causare confusione nell'uso del termine da parte di studiosi di religioni comparate. Fu M. Mauss a porre fine alla disputa con un articolo del 1908, in cui affermava che l'oggetto impiegato come feticcio non e mai un oggetto qualsiasi: eso non viene scelto arbitrariamente, ma la sua specifica funzione simbolica è definita dal codice magico o religioso di cui fa parte. L'oggetto-feticcio non ha nulla di straordinario in se, purche lo si riconduca al contesto sociale e simbolico all'interno del quale assume un proprio senso e una propria funzione. Il feticismo, pertanto, non designa più una fase primordiale della religione, né una sua particolare dimensione, piuttosto deve essere considerato un 'immenso malinteso', un 'errore di traduzione' di cui sbarazzarsi . Caduto l'interesse per il feticismo in quanto sistema definito di credenze e atti cultuali, è rimasta l'esigenza per gli etnologi di affrontare analiticamente i vari casi di oggetti sacri, pratiche e comportamenti - riscontrabili in quasi tutte le culture - che hanno a che fare con immagini e simboli materiali, e di confrontarsi quindi con 'feticci senza feticismo' (Pouillon 1975). In numerose culture anche gli spiriti, le forze invisibili, gli dei, sono concepiti come aventi un corpo, un supporto materiale che acquista un valore simbolico specifico e costituisce una presenza enigmatica, ineludibile. Un'analisi in termini meramente simbolici, la ricostruzione della trama di significati all'interno della quale l'oggetto sacro deve essere inserito, rischiano di mettere
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